a cura di Antonella Prudente

Chi è CHICCO?

Chicco è Francesco D’Offizzi. Vengo da Roma, ho ventun’anni e gioco nella Felice Scandone. A  8 anni ho iniziato a giocare a basket,  a 10 ho iniziato a giocare a scacchi.

Con il basket  si prosegue, con gli scacchi invece?

Scacchi lo porto avanti solo online,  perché giocando a basket, allenandomi mattina e sera, non riesco a farlo in maniera agonistica.

È la prima volta che metti in comune in un’intervista la passione per il basket e per gli scacchi?  Che cosa hanno in comune, secondo te, queste due attività sportive? 

Il modo di  ragionare: come negli scacchi anche nel basket bisogna cercare di aggirare l’avversario per poi  arrivare al canestro. Questa sicuramente è una cosa che ho imparato dagli scacchi: aggirare l’avversario. Tutta una questione di logica.

L’ elemento base, soprattutto sulla scacchiera, è il tempo. Che cos’è il tempo per te nel gioco e nella vita?

Il tempo è sicuramente importantissimo a scacchi e nel fare esperienza del tempo attraverso il gioco, imparo a fare molta attenzione a non sprecare tempo anche nella vita di tutti i giorni. Passo il mio tempo a studiare, a leggere anche al di fuori della mia attività cestistica.

Qual è la tua formazione scolastica?

Io ho frequentato la scuola svizzera a Roma, dalle elementari al liceo praticamente.  Ho preso il diploma e adesso sto studiando all’ UNINETTUNO, economia in inglese.

Tutte queste attività in cui ti impegni, tra passione, lavoro, sport, studio, hanno in comune una parola: regole. Che cos’è il rispetto delle regole?

È un aspetto fondamentale.  Sia nello studio sia nello sport, che pratichiamo, le regole delimitano quello che noi possiamo fare, quello che non possiamo fare, anche a livello di comportamento. 

Quindi siete dei privilegiati voi sportivi? 

Quello sicuramente.

Privilegiati perché fuori le regole sembrano non esistere, voi invece non solo le rispettate in campo ma vi lasciate educare a tal punto da rispettarle anche fuori.

Le regole esistono, però non vengono sempre rispettate.  Però ci sta chi si impegna per farle rispettare. Magari bisognerebbe lavorare su questo: costringere di più al rispetto. 

Torniamo sulla scacchiera: che tipo di gioco riesci a introdurre?  La tua apertura preferita?

Quando giocavo a livello agonistico,  partecipando a tornei anche in giro per  l’Europa, giocavo  in maniera molto aggressiva,  cercando  di provare anche sbagliando, poi spesso perché poi e cercavo di attaccare appunto l’avversario quindi aprivo con e quattro e poi chiaramente rispetto a quello che faceva l’avversario.

C’è un pezzo sulla scacchiera che preferisci,  su cui hai lavorato e continui a lavorare in maniera particolare?

Un pezzo sicuramente interessante è il cavallo: è unico,  perché comunque salta i pezzi, si muove a L… E’ un pezzo molto molto ‘fico’.

Il gioco degli scacchi o lo sport degli scacchi?

Secondo me, è una buona idea considerarlo uno sport, sicuramente diverso da uno sport che può essere il basket o un altro sport fisico. Gli scacchi sono uno sport mentale e non considerarlo ‘gioco’ magari potrebbe interessare di più i ragazzi, ad avvicinarli alla scacchiera. 

Sembra uno sport d’elite e soprattutto uno sport dove la socializzazione è relativa:  cosa ne pensi?

Il mio è un gioco di squadra. Per l’esperienza che ho fatto con gli scacchi, in giro per il mondo, ricordo che finita la partita, che sicuramente fai da solo, si stava insieme, ci si confrontava. Il tuo avversario non è sempre un coetaneo. C’è la possibilità di confrontarsi con gente di ogni età, perché dipende dal punteggio che hai. Per me è uno sport comunque che aiuta a socializzare, aiuta a creare rapporti.

Per qualcuno è uno sport violento, che istiga la violenza: cosa ne pensi?

Io penso che le persone siano abbastanza intelligenti da capire che gli scacchi appunto sono solo un gioco e diciamo: quello che ci sta sulla scacchiera è competizione, la competizione poi finisce con la partita e appunto magari fai amicizia con l’avversario,  con chi partecipa al torneo.

Un limite potrebbe essere anche l’uso delle app: tantissimi ragazzi preferiscono giocare contro un avversario virtuale.

Eh sì, anche quando il computer vince sempre. Io personalmente non gioco contro il computer, io gioco contro altri ‘umani’. L’uso del gioco on line si è diffuso molto durante il periodo del covid.

Hai parlato di avversari, al maschile. Il basket è soprattutto uno sport al maschile. Sulla scacchiera ti sei scontrato invece con avversari al femminile?

Quando ho partecipato al torneo nazionale categorie under 14, ci stava la categoria maschile e quella  under 14 femminile; quindi, là ho giocato solo contro i maschi.  Quando poi ho partecipato a tornei europei, mi sono confrontato anche con ragazze. Però differenze nel senso del tipo di  gioco, non ce ne sono.

Qual è, secondo te, la causa che porta le ragazze a scoraggiarsi davanti alla scacchiera? Perché non sono così motivate come i ragazzi?

Sono poche le campionesse, sono poche le Maestre. Secondo me, anche perché vengono incentivate proprio di meno ad avvicinarsi al mondo degli scacchi. Io ricordo che ho iniziato con un corso a scuola e c’erano solo maschi. So che c’è una politica di promozione a vantaggio delle ragazze. È una discriminazione che dovrebbe essere superata. Comunque, vedo che stiamo migliorando anche da quel punto di vista: piano piano, rispetto a 10 anni fa, comunque sono molte più ragazze che giocano, anche lo sport in generale a livello femminile viene visto di più, viene seguito di più. Ad esempio, nel basket c’è la differenza fisica e incide, negli scacchi no. È uno sport che non fa la differenza di genere, ma solo di merito.

Cambieresti il  bianco e nero della scacchiera?

Hanno iniziato così e va bene. Continuare così va bene. La lascerei bianca e nera.

C’è un futuro sulla scacchiera per te?

Un futuro lontano…  adesso pratico un po’ su Internet. L’anno scorso con un compagno di squadra sono andato a fare qualche torneo. Quando posso, quando ho tempo, per hobby  per ora mi dedico agli scacchi.

Parliamo di alimentazione: a prescidenre bisognerebbe mangiar sano, ma nello sport degli scacchi, a cosa bisogna stare attenti?

In un’intervista Carlsen, il campione di scacchi norvegese, dice che lui segue una dieta abbastanza rigida. Mangiare di tutto credo sia fondamentale, ma stare attenti, soprattutto, prima degli incontri,  per non appesantirsi è importante.

Per quanto riguarda invece il dress code?

Credo che vada rispettato. Noi usiamo una divisa, anche per gli scacchi dovrebbe esserci un abbigliamento adatto.

Quante scacchiere hai e che tipo di scacchiere?

Una scacchiera di legno. Non è una scacchiera di valore, se non affettivo; è conservata a casa a Roma, poi ne ho un paio portatili, quelle che  in plastica, da portare ovunque.

La giornata tipo di un giocatore di basket che sa giocare anche a scacchi?

Nulla di particolare: il giorno della partita mi rilasso, gioco sul computer, ascolto musica, mi piace Ultimo (cosa per cui sono deriso dai compagni!). Mangio dolci. Mi alleno molto, non ho molto tempo a disposizione per fare altro.

A Chicco e a tutta l’equipe della F. Scandone basket, va il mio grazie personale e quello dell’ASD scacchi di Montella. Chicco è un ragazzo di particolare bellezza, non solo esteriore, una persona gentile e colta, da cui dovremmo imparare ad amare la vita prendendoci cura di noi stessi. Incontrando Chicco ho avuto la possibilità di  incontrare tutti i ragazzi della squadra: straordinari!

Quello che colpisce subito è il sorriso. Ragazzi belli, pronti, preparati, sereni e…FELICI. Sarà il riflesso condizionato del nome della squadra, FELICE Scandone basket?…o della loro mascotte, Lupo FELICE?