a cura di Antonella Prudente

Ciao, ti presenti?

Certo. Sono Ludovica De Benedittis, ho 15 anni e vengo da Avellino, dove frequento il terzo anno del liceo scientifico Mancini.

Da quanto giochi a scacchi?

Da circa 8 anni, ho cominciato a giocare quando frequentavo la quarta elementare, grazie a chi poi è diventato il mio istruttore, Pasquale De Guglielmo. Una passione che è nata con me, ma che ho scoperto grazie a De Guglielmo. Da quell’incontro sono andata avanti, i miei genitori mi hanno sempre sostenuta nonostante gli scacchi siano uno sport insolito, nessuno in famiglia lo ha mai praticato. Credo proprio per questo, i miei genitori siano orgogliosi di me: ho scelto qualcosa di originale. Molti preferiscono fare sport che migliorano la prestazione fisica, come il calcio, la ginnastica, il basket, la pallavolo, mentre io sono sempre stata attratta da questo gioco.

Noi tutti siamo orgogliosi di te, che rappresenti e dai gloria alla nostra provincia. Quante vittorie hai ottenuto?

Eh diciamo che ne ho più perse che vinte, ma dalle sconfitte ho imparato, ho imparato dai miei errori e oggi ho molti più risultati.

 Stai partecipando al torneo di Eburum, sei appena uscita da una gara, com’è andata?

 Ho vinto. È stata una partita abbastanza facile, ho giocato relativamente poco, due ore. Ieri, invece, una partita l’ho pareggiata e l’altra l’ho persa, e l’altro ieri una l’ho vinta.

È la prima volta che sei qui a Eboli? Hai partecipato ad altri tornei?

No, questa qui è la quarta volta. I tornei a cui partecipo, si ripetono ogni anno. Oltre Eboli, vado a Venafro e quello nazionale. Cerco di iscrivermi sempre a tutti, per quel che riesco, con la scuola sono molto occupata, ma riesco a ritagliare sempre un po’ di tempo per gli scacchi.

Proviamo a capire una cosa insieme: è un gioco ancora così fortemente maschile. Tu, giovane, bella, intelligente e coraggiosa, cosa ne pensi? È un gioco adatto anche alle donne o sei un’eccezione?

È vero che molte persone, anche molte ragazze, pensano che gli uomini siano migliori e superiori in molti ambiti, tra cui quello degli scacchi. Infatti molto spesso i miei avversari mi sottovalutano vedendo che sono una ragazza, pensano e te lo fanno capire, che magari non sono tanto forte, tanto quanto un ragazzo del mio stesso punteggio. Non mi scoraggio. Chi pensa questo ha bisogno di capire e io, ogni giorno, cerco di dimostrare il fatto che anche le donne possono essere alla pari o anche addirittura superiore agli uomini in ogni ambito.

Qual è il tuo futuro sulla scacchiera?

Non so quello che voglio fare da grande. Però, quando avrò18 anni, sicuramente farò un corso per diventare istruttrice. Spero di poter continuare, quando andrò all’università, quando diventerò mamma. Ho dedicato tutta la mia vita a questo sport! Da quando ero molto piccola gli scacchi li ho sempre amati. Ho un po’ paura, quando penso che da grande potrei avere molti altri impegni tra lavoro e vita privata e non riuscire a portare avanti questa ‘carriera’.

Ne parli con tanta sicurezza e passione, che non potrai non riuscire, Ludo. Un’altra curiosità: che scacchiera usi per allenarti a casa e quante scacchiere hai?

Domanda curiosa! A casa ho 5 scacchiere: due portatili, una in legno, ho una magnetica e un’altra con i pezzi in plastica.

Il tuo rapporto con le app, con il computer, con il gioco virtuale, con l’intelligenza artificiale?

Preferisco giocare in presenza. Ma in passato mi sono iscritta anche a tornei on line. Oggi seguo on line lezioni di un maestro serbo. Quindi la rete mi agevola molto. Nella mia città non ci sono molti Maestri, dovrei spostarmi a Napoli, così invece posso collegarmi in videochiamata e allenarmi on line. Seguo anche il gioco attraverso le app, per allenarmi d sola o giocare con altre persone nel mondo.

Chi è il tuo idolo? Il tuo campione preferito?

La protagonista del film LA REGINA DEGLI SCACCHI: Beth Harmon.

Non credo sia esistita davvero, però penso che sarebbe il mio modello se esistesse veramente. Ha dimostrato a tutti, avversari e non, di essere superiore ‘mentalmente’ agli uomini. A 13 anni tutti la sottovalutavano, la prendevano in giro …in poco tempo è riuscita a ottenere il primo posto.

Per quanto riguarda, invece, la polemica scoppiata sul dress code che ha coinvolto Carlsen, cosa ne pensi?

 Secondo me, non è un grande scandalo. Partecipare ad un torneo un po’ più scollati, non può essere una tragedia, soprattutto se fa caldo, se si gioca d’estate. Anche qui si fa la differenza: l’abbigliamento delle donne fa parlare sempre di più, rispetto a quello degli uomini. Certo è che se c’è una partita importante bisogna vestirsi in modo da rispettare l’istituzionalità dell’evento. Ma un jeans non guasta.

Qual è la domanda che vorresti ti fosse rivolta? Che non ti è stata mai fatta?

Oggi, non mi aspettavo la domanda sulle scacchiere. Mi è piaciuta molto la domanda sul gioco riguardante il genere maschile e quello femminile. Questa non mi era mai stata fatta. Non ne ho un’altra. Mi piacerebbe parlare ancora di questo: una ragazza davanti ad una scacchiera è alla pari di un ragazzo. Come ho già detto, a volte mi sento sottovalutata solo perché sono una ragazza, quando magari c’è di fronte a me un ragazzo che ha il mio stesso punteggio Elo, ma viene considerato lo stesso più forte perché è maschio. Nel gioco degli scacchi l’aspetto fisico, la forza fisica non contano nulla rispetto alla forza della mente.

Qual è il tuo pezzo preferito?

 Il pedone. Si, il pedone perché è come se ci fosse un pregiudizio nei suoi confronti: inizialmente è il pezzo più debole della scacchiera. Solo apparentemente però, se riesce ad arrivare fino in fondo può diventare anche il pezzo più forte, con la determinazione.

La mossa che ti ha creato più problemi?

Un’apertura: la siciliana. Ancora oggi la studio con particolare interesse, studio le varianti, diciamo che riesco a difendermi.

Bene. Grazie Ludo, sei stata preziosa. Sei bella non solo fisicamente, ma soprattutto nell’animo. A nome dell’ASD di Montella ti auguro di realizzare i tuoi sogni sulla scacchiera, lo meriti!